Agricoltura, alimentazione e paleoambiente della Jazira siriana tra IV e III mill. a.C. Le evidenze da Tell Mozan

Autori

Matteo Delle Donne
Università di Napoli L'Orientale

Keywords:

resti archeobotanici, triangolo del Khabur, Late Chalcolithic 3, Early Jazirah IV

Sinossi

UniorPress2.jpg

Editore: UniorPress

Collana: Dissertationes

ISSN: 1723-8226

Pagine: 280

Lingua: Italiano

NBN: http://nbn.depositolegale.it/urn:nbn:it:unina-28280

Abstract: Il volume presenta nuove informazioni sul rapporto che la comunità antica insediata nella regione attraversata dall’Alto Khabur, nella Siria nordorientale, instaurò con l’ambiente nel quale era inserita. A tal fine, ci si è avvalsi di un approccio interdisciplinare che ha consentito di tracciare una parte dell’evoluzione del mondo vegetale, mediante lo studio dei resti di semi e frutti provenienti dagli scavi archeologici di Tell Mozan, diretti da Giorgio Buccellati e Marilyn Kelly-Buccellati dell’IIMAS – The International Institute of Mesopotamian Area Studies. I livelli indagati da questa ricerca sono riferibili a due fasi cronologiche distinte, Late Chalcolithic 3 (prima metà del IV mill. a.C.) e Early Jazirah IV (seconda metà del III mill. a.C.).

I campioni analizzati hanno restituito un assemblaggio carpologico costituito per la maggior parte da un complesso di cariossidi di cereali, perlopiù frammentarie, scarsissimi resti di spighetta e di spiga, una gran quantità di piante infestanti, soprattutto graminacee e, in misura minore, infestanti leguminose e infestanti relative ad altre famiglie. Le piante coltivate maggiormente attestate nel sito di Tell Mozan sono rappresentate dai cereali quali orzo, dicocco e grani nudi; di gran lunga inferiori sono le attestazioni di legumi, in particolare la lenticchia, e dei frutti, tra i quali un interessante presenza è quella della vite nei livelli del III mill. a.C. Molto numerosa è la documentazione delle piante infestanti, soprattutto graminacee, in molti casi Aegilops e, in misura minore, infestanti leguminose e di altre famiglie.

Nei modelli elaborati, mediante studi etnografici, per la ricostruzione delle fasi di lavorazione dei cereali, il complesso vegetale rinvenuto nei livelli di IV mill. a.C. potrebbe essere correlato alla fase della trebbiatura, mentre quello ritrovato nei campioni di III mill. a.C. potrebbe essere collegato a uno degli stadi finali della lavorazione, compreso tra la setacciatura fine dei grani e il loro primo stoccaggio. Il prodotto di questo stoccaggio, rinvenuto nell’area identificata come magazzino reale, poteva essere destinato all’alimentazione animale piuttosto che a quella umana. Una delle prime deduzioni di carattere ecologico che lo studio di questi resti consente di trarre è che la caratteristica comune a gran parte delle infestanti identificate è quella di potersi insediare in habitat aperti, come campi coltivati o margini di campi coltivati. Inoltre, la presenza di piante tipiche di aree incolte umide, come stagni o corsi d’acqua ha permesso di definire aspetti del paesaggio naturale.

La ricerca, quindi, integrando le informazioni provenienti da fonti archeologiche e archeobotaniche, ha consentito di ricostruire il quadro del paesaggio ecologico e culturale di una parte della Jazira siriana sul finire della protostoria. La definizione dell’archivio biologico del sito di Tell Mozan potrà, inoltre, fornire un apporto fondamentale per la realizzazione di una riserva di biodiversità, nella quale custodire la storia del rapporto della comunità che popolava la Jazira siriana del passato con l’ambiente.

Downloads

I dati di download non sono ancora disponibili.

Biografia autore

Matteo Delle Donne, Università di Napoli L'Orientale

Ricercatore t.d. in Preistoria e protostoria presso il Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale e membro di ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente. Dal 2003 svolge ricerche archeologiche in paesi del Vicino e Medio Oriente, Caucaso, Africa nordorientale e del Mediterraneo, al fine di ricostruire il rapporto tra uomo-ambiente nel passato, tramite l’analisi e lo studio dei resti archeobotanici. I suoi interessi principali si concentrano sulla ricostruzione delle pratiche agricole, delle tecniche di lavorazione e di conservazione dei prodotti vegetali, sulla definizione delle modalità di produzione dei cibi di origine vegetale e sulla ricostruzione delle caratteristiche ambientali del passato. Dal 2019 è co-direttore del Progetto Bio-Archeologico Italo-Iraniano in Sistan e Baluchistan, Iran di ISMEO - Associazione Internazionale di Studi Mediterranei e Orientali. È autore di vari studi pubblicati in periodici e riviste nazionali e internazionali.

##submission.downloads##

Pubblicato

May 23, 2022

Licenza

Creative Commons License

Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

Dettagli su questo libro

ISBN-13 (15)

978-88-6719-166-6

Data di pubblicazione (01)

2022-05-23

doi

10.6093/978-88-6719-166-6