La nobiltà di Seggio napoletana e il riuso politico dell’Antico tra Quattro e Cinquecento: Il "Libro terczo de regimento de l’Opera de li homini jllustri sopra de le medaglie" di Pietro Jacopo de Jennaro
Keywords:
Napoli, Aristocrazia, Nobiltà, Rappresentazioni politiche, AragonesiSinossi
Editore: FedOA - Federico II University Press.
Collana: Regna. Testi e studi su istituzioni, cultura e memoria del Mezzogiorno medievale.
Pagine: 647.
Lingua: Italiano.
NBN: http://nbn.depositolegale.it/urn:nbn:it:unina-24491
Abstract: La particolare attenzione riservata all’«umanesimo civile» fiorentino e l’affermarsi nella storiografia anglo-americana del paradigma “repubblicano” hanno contribuito, in forme diverse, a limitare l’interesse degli storici per i contesti principeschi e monarchici della penisola italiana nel tardo Medioevo. Questa tendenza, unita alle gravi perdite documentarie dell’Archivio di Stato di Napoli, ha relegato finora le élites ascritte ai Seggi di numerose città del Regnum ai margini del dibattito storiografico internazionale.
Nel corso del Quattrocento il riuso dell’Antico non trasformò solo i linguaggi di legittimità e l’azione dei principi, ma anche quelli delle élites urbane dell’intera penisola. A quali auctores essi s’ispirarono? Qual è il rapporto tra il classicismo e i progetti di riforme istituzionali?
Il volume prova a rispondere a tali quesiti, soffermandosi sul contesto napoletano, finora poco indagato, attraverso l’analisi e l’edizione critica del Libro terczo de regimento de l’Opera de le medaglie di Pietro Jacopo de Jennaro. Si tratta di un’opera composta tra il 1500 e il 1504, come libero commento in medaglie agli Ab urbe condita libri di Livio, per ridefinire la preminenza politica della più antica nobiltà dei Seggi e per proporre un nuovo modello di governo misto. Attraverso l’esame di tale opera si ripercorrono i dibattiti relativi al rapporto tra rappresentanza e obbedienza, tra consenso e legittimità negli ultimi anni del regno dei Trastámara, offrendo nuovi spunti per ripensare il classicismo politico umanistico e i processi di chiusura oligarchica tra Quattro e Cinquecento.