Perspective and the Blind : rappresentazione e comunicazione inclusiva per l’accessibilità dei dipinti prospettici
Keywords:
disabilità visiva, prospettiva, multisensorialità, pittura, inclusioneSinossi
Editore: FedOA - Federico II University Press
Serie: Oltre l'accessibilità. Patrimonio Culturale for All
Pages: X, 199
Lingua: Italiano
NBN: http://nbn.depositolegale.it/resolver.pl?nbn=urn:nbn:it:unina-29632
Abstract: Due mani che esplorano, due occhi che possono solo immaginare. Se c’è qualcosa di universale al mondo, a cui tutti dovrebbero avere il diritto di accedere, quella è l’arte, in tutte le sue forme. Eppure, l’accessibilità all’arte da parte di persone con disabilità visiva è stata per lungo tempo generalmente associata al superamento delle barriere architettoniche; tuttavia, per consentir loro una reale fruizione dei beni artistici e aprire la strada verso il diritto all’esperienza estetica per tutti, è necessario affrontarne l’accessibilità dal punto di vista sensoriale, esperienziale e cognitivo. Il testo propone un approccio metodologico-didattico for all per la ‘traduzione’ dei dipinti fondati sull’uso della prospettiva in un linguaggio accessibile a fruitori con disabilità visiva, in un’ottica inclusiva. Comunicare tali opere a un pubblico non vedente non significa solo restituirne una forma tridimensionale apticamente esplorabile: il dipinto prospettico di epoca rinascimentale porta con sé un corpus di valori, di messaggi simbolici e di significati legati all’applicazione della prospettiva, il cui apprezzamento non passa solo per gli occhi, ma attraverso intelletto e conoscenza. Si propone un approccio metodologico che lavora su due fronti: in primis, la ricerca dell’equivalente rappresentativo dello spazio prospettico; in secondo luogo, la ricerca dell’equivalente estetico, che include il primo e lo completa, consentendo di accedere all’esperienza estetica vera e propria. Pertanto, la comunicazione aumentata ed inclusiva del bene deve prevedere un apparato didattico ben strutturato per veicolare non soltanto le qualità visive dell’opera tradotte in forma tattile ma tutti i significati ad esso connessi, compresi i possibili stimoli multisensoriali che è in grado di evocare. Si forniscono così strategie rappresentative e comunicative utili anche al largo pubblico, che ha l’occasione di sperimentare un modo alternativo e coinvolgente di relazionarsi con l’opera d’arte. L’esperienza multisensoriale, in particolare, incarna appieno lo spirito più autentico dell’inclusione, aggiungendo il ‘sentire’ all’esperienza artistica, così che anche il vedente scopra di ‘vedere di più’. La metodologia proposta si basa sui metodi tradizionali della geometria descrittiva (restituzione prospettica, prospettiva solida accelerata) e le Information and Communication Technologies (3D modeling, 3D printing) e viene applicata a due casi studio, il Banchetto di Erode nelle versioni di Benozzo Gozzoli e Filippo Lippi.