La cura dell’accidentale. Forme di racconto di sé e dell’altra nella poesia ebraica e nell’arte israeliana contemporanea
Keywords:
Miriam Oren, Michal Heiman, Letteratura ebraica, arti visive, Poesia Ebraica Contemporanea, Fotografia israeliana, Studi di genereSinossi
Editore: UniorPress
Collana: Archivio di Studi Ebraici
Pagine: 132
Lingua: Italiano
NBN: http://nbn.depositolegale.it/resolver.pl?nbn=urn:nbn:it:unina-28030
Abstract: Il volume intende proporre un nuovo modello narrativo e culturale definibile con il termine di «toledot orizzontali» e utilizzabile come filtro di lettura per una serie di pratiche letterarie e artistiche proprie della letteratura ebraica e dell’arte israeliana contemporanea. Questo modello integra l’iscrizione in un contesto culturale con la ricerca e creazione di una linea genealogica non più lineare, gerarchica e prescrittiva ma orizzontale e dunque fatta di incontri, del riconoscersi nelle storie degli altri e delle altre. Le toledot orizzontali si sviluppano dunque come una pratica di racconto del sé e dell’altro/a, in particolare, l’altro/a la cui storia è stata soppressa nella ricerca di simboli universali. Dei racconti orizzontali, dunque, che diventano storie e storia creando una famiglia in cui riconoscersi, accogliere e sentirsi accolti.
Per illustrare le forme diverse che queste toledot orizzontali possono assumere, sono stati scelti tre esempi. Il primo, attraverso una selezione di testi della poetessa Miriam Oren, introduce la nozione di incontro con l’altro/a come strumento per scoprire il sé, seguendo la linea cavareriana di una opacità del sé a se stesso, poi sviluppata in rapporto alla riscrittura della figura di Eva.
Il secondo affronta la nozione di incontro con la storia dell’altra come si esprime nella produzione poetica di Bracha Serri, attraverso l’uso dello pseudonimo e la definizione dell’io poetico in una pratica di resistenza ai modelli disponibili per il tramite dell’uso del corpo.
Il terzo e ultimo capitolo è dedicato all’artista israeliana Michal Heiman e sviluppa il tema della definizione del sé tramite l’altra come riflessione sui modelli interpretativi e visivi a disposizione per sottolinearne la prescrittività e sviluppare la possibilità di creare una nuova comunità a partire dall’ascolto delle voci individuali soppresse nell’uso di questi modelli.
Il percorso descritto attraverso queste tre voci e quelle che a loro volta queste creatrici evocano si sviluppa dunque per tappe di storie singole, individuali, che non intendono rappresentare nulla se non loro stesse e lo scandalo della loro unicità.