Bartolomeo e Giuseppe Lagumina e gli studi storici e orientali in Sicilia fra Otto e Novecento
Keywords:
Bartolomeo Lagumina, Giuseppe Lagumina, Michele Amari, orientalismo, SiciliaSinossi
Editore: UniorPress
Collana: Matteo Ripa
Pagine: 364
Lingua: Italiano
NBN: http://nbn.depositolegale.it/urn:nbn:it:unina-26414
Abstract: L’orientalismo siciliano, così come quello spagnolo, rappresenta una significativa eccezione che scardina i paradigmi proposti da Edward Said centrati soprattutto sull’esperienza franco-britannica del XIX sec., un’esperienza fortemente segnata dalla fascinazione, o dalla repulsione, per l’alterità e l’esotico. Già a partire dal XVI sec. l’interesse riguardo gli studi orientali in Sicilia dimostra inequivocabilmente che esiste una diversa e concreta esperienza europea all’interno della quale s’immaginano la presenza arabo-islamica ed ebraica come componenti, a volte problematiche, della propria storia nazionale.
Il volume intende mettere a fuoco il clima culturale della Palermo fra Otto e Novecento, maturato sull’onda lunga degli interessi per il mondo arabo e orientale aperti dall’opera di Michele Amari (1806-1889). Centro della riflessione è la vita e l’opera di Bartolomeo Lagumina (1850-1931), personaggio emblematico, la cui produzione scientifica si dispiega in un periodo della storia dell’orientalismo italiano dominato dalle figure di Ignazio Guidi (1844-1935) e Carlo Alfonso Nallino (1872-1938), studiosi dalla forte personalità scientifica, con i quali Lagumina ebbe rapporti oscillanti fra il riconoscimento e la negazione.
Ispettore del Museo Nazionale di Palermo, docente di ebraico e poi di arabo, prima presso il Seminario e poi all’Università di Palermo, ma anche canonico della Cattedrale di Palermo e infine vescovo di Agrigento, Bartolomeo Lagumina è un trait d’union tra ambienti culturali differenti, lontani e spesso opposti. La sua attività scientifica tocca ambiti distinti, dall’epigrafia e la numismatica arabo-sicule allo studio di importanti testi arabi ed ebraici (il Codice Martiniano dell’abate Vella, la Cronaca di Cambridge, il Libro della Palma di Abū Ḥātim al-Sijistānī, le lettere di r. ‘Ovadya da Bertinoro), giungendo fino al riordino delle principali collezioni orientali palermitane (il medagliere della Biblioteca Comunale e il catalogo dei codici orientali della Biblioteca Nazionale di Palermo). Insieme al fratello Giuseppe (1855-1931), Bartolomeo Lagumina crea il Codice diplomatico dei Giudei di Sicilia, uno strumento di lavoro, a lungo indispensabile, che raccoglie oltre mille documenti relativi alla storia delle comunità ebraiche di Sicilia, da Gregorio Magno fino all’espulsione del 1492-93.
Il suo impegno culturale non coinvolge direttamente soltanto la città di Palermo ma anche Agrigento, dove Bartolomeo ebbe poi modo di curare il restauro della Cattedrale e il riordino delle collezioni diocesane al tempo del suo vescovato. Oltre a delineare la temperie di un’epoca il volume intende proporre un bilancio dell’attività scientifica di Bartolomeo e Giuseppe Lagumina, attualizzando e discutendo al contempo i frutti del loro lavoro.